martedì 27 agosto 2019

Arte di cantiere

Sin dalle scuole medie sono cresciuto distinguendo così le tre "classiche" discipline artistiche: la pittura, arte "monodimensionale" che riconosci frontalmente; la scultura, arte "bidimensionale" che riconosci girandoci intorno; l'architettura, arte "tridimensionale" che riconosci entrandoci dentro.
Non che le prime due, soprattutto in ambito contemporaneo, non abbiano superato queste modalità di mettersi in relazione con il fruitore, ma l'architettura (sarò di parte, forse) riesce sempre più a sorprendermi, da questo punto di vista. Succede talvolta, e spesso con inconsapevolezza dell'artista (non credo sia questo il caso), che riesca a esprimere una qualche forma artistica già dalla sua fase di produzione, con risultati anche più interessanti rispetto alla forma finale "ordinaria".



#vittorpisani #ponteggioprotetto #wow..

lunedì 12 febbraio 2018

1941...

caro Frank... ahimè ci stiamo avvicinando al passare di un secolo, da quando illuminasti i cittadini del mondo con la tua visione..
We still look forward..




[…] Nei giorni a venire, che noi cerchiamo di rendere sicuri, attendiamo con impazienza un mondo fondato su quattro essenziali libertà umane.
La prima è la libertà di parola e di espressione – ovunque nel mondo.
La seconda è la libertà di ogni persona di rivolgersi a Dio a suo modo – ovunque nel mondo.
La terza è la libertà dal bisogno, che tradotto in parole semplici, significa,  conoscenze economiche che assicurino ad ogni nazione una vita sana e pacifica per i propri abitanti – ovunque nel mondo.
La quarta è la libertà dalla paura, che significa prevedere una riduzione mondiale degli armamenti ad un livello tale e così profondo che nessuna nazione possa trovarsi nella posizione di commettere un atto di aggressione fisica nei confronti di altri – ovunque nel mondo.
Questa non è la visione di un lontano millennio. Si tratta di un preciso piano per un mondo possibile raggiungibile nel nostro tempo e dalla nostra generazione.

martedì 24 maggio 2016

Qualche giorno in Portogallo..

Ecco qualche foto (by Michela Colasuonno) scattata in una recente e troppo breve visita alle tre più conosciute città portoghesi..



Per buona parte degli "addetti al settore", Portogallo = Alvaro Siza Vieira...
Gran maestro, ovviamente, MA delle opere realizzate che ho potuto visitare non sono molte quelle che mi hanno realmente colpito..

Prima fra tutte però il complesso per housing sociale SAAL - Bouça a Porto, sensazionale nella sua concezione urbana fino al singolo dettaglio (elegantissimo il cancello di ingresso di ciascuna unità, imperniato su un telaio similare ad "estendere" la griglia).

#siza #bouça #socialhousing

 


Estrema purezza e magnificienza anche nel Museu de Arte Contemporanea de Serralves (sempre a Porto) e nel famosissimo Padiglione Portoghese per l'Expo '98 di Lisbona. Magistrale sperimentazione del rapporto gravità/materia.

#serralves #portuguesepavilion #expo98


Grande (personale) delusione per l'opera di OMA a Porto (Casa da Musica). Interessante sicuramente la configurazione della piazza e l'impatto urbanistico dell'oggetto.

 #casadamusica #oma #koolhaas


Qui invece un'immagine (insufficiente e riduttiva) di una meraviglia progettata da Agostinho Ricca, la Igreja de Nossa Senhora da Boavista, a Porto. Davvero la migliore scoperta che potessi fare, un esempio brutalista di un livello qualitativo che per quanto ho visto solo in Carlo Scarpa (irraggiungibile..) è possibile ammirare.

#agostinhoricca #igrejadenossasenhora #brutalism




Ecco poi Gonçalo Byrne a Coimbra... con il "Pàtio das Escolas da Universidade" (in collaborazione con BBArquitectos), il "Museu Nacional Machado De Castro", e il "Parque Verde Do Mondego" annesso alle rovine del Convento São Francisco.
Considero Byrne il "portatore sano" di quel coraggio che ho piacevolmente ammirato in tutti gli architetti portoghesi. Coraggio nell'utilizzo di un'architettura "attualizzata" in accostamento alle opere storiche, sia nella composizione che nei materiali.

 #gonçalobyrne #coimbra #storicoecontemporaneo





 Lisbona: ulteriore, elegantissimo e bellissimo, intervento di applicazione di architettura contemporanea in contesto storico. Stavolta è João Luís Carrilho da Graça, con l'allestimento del Nucleo Arqueologico presso Castelo de Sao Jorge.

#carrilhodagraça #nucleoarqueologico #castelosaojorge



L'installazione a Porto dello studio di architettura Fahr 021.3, presso la "Ruina da Oliva", finalmente riesco a vederla dal vivo... Appare forse un po' più "accademica" nel dettaglio, rispetto alle foto, però merita una visita.. e un applauso..

#ruinadaoliva #metamorfose #locomotiva



Nascosta in una piazzetta anonima e decentrata abbiamo scoperto questo gioiellino bianco: Casa da Severa di José Adrião Arquitectos.
Peccato stessero facendo manutenzione e il ristorante fosse chiuso, perchè gli interni sembrano ben curati come l'esterno..  ma si possono ammirare su web, ad esempio qui.

#casadasevera #joséadrião #white



Difficile credere che si tratti di magazzini per le scuole di vela e canottaggio... A Coimbra si può! Complimenti!

#wood #coimbra #sailingschool

   
Come si risolvono in Portogallo le facciate cieche? Con pannelli in lamiera ondulata (cementizi, metallici, polimerici...)! Ovunque si nota questa tecnica.. funziona? Beh, è economica, rapida e durevole.. perchè no?

In Italia ricordo solo questo esempio, similare.. Villa Pestarini di Franco Albini, a Milano!


#facciatecieche #lamieraondulata #villapestarini


Concludo con qualche "chicca"..


I cassonetti per le tapparelle sono montati verso l'esterno (qui un terribile esempio di applicazione in edicio storico)... soluzione pro o contro la dispersione termica e la manutenibilità?

 

Idem per le colonne di scarico!! Perlomeno in caso di falla la si individua velocemente!!


Non vorrei mai dover far ispezione in quella copertura..



Geniale...!

venerdì 1 aprile 2016

Fondazione Prada - new/old industrial reuse

Nei giorno scorsi ho finalmente potuto visitare la recente opera milanese dello studio OMA/AMO, che ha saputo elegantemente "trattare" un vecchio fabbricato industriale inserendosi allo stesso tempo con volumi contemporanei, dai materiali ultra-tech e dalle geometrie rigorose. Complimenti!
Spesso mi è capitato di non condividere alcune scelte progettuali di Rem Koolhas (che ritengo comunque uno tra i teorici di architettura più geniali degli ultimi decenni), ma qui azzardo un'affermazione per cui potrei essere considerato eretico: se avessi visto l'opera senza sapere chi fosse stato a progettarla, avrei insinuato senza troppe riserve che la mano era dei miei prediletti Herzog&DeMeuron...



 



 

 

Nuove unità residenziali in linea a Sesto San Giovanni

Non so perchè.. ma questa tipologia di involucro esterno, ormai vista e rivista, in questa realizzazione mi sembra azzeccatissima!

venerdì 18 marzo 2016

JOSEPH JOSEPH vs ALESSI

Prendendo spunto da una discussione con un amico-collega, vorrei proporre/propormi questo dilemma: fino a che punto il product design può allontanarsi dalla funzionalità? La risposta sembra banale... non dovrebbe mai farlo! E la fase "creativa" inizia con lo studio della forma o della funzione?

 

A casa ho alcuni di questi mestoli della Joseph Joseph.. qualcuno prima d'ora aveva mai pensato di lavorare in questo modo il manico per impedire che il raccoglitore sporco poggi sul piano di lavoro? finora ci si sbizzarriva di continuo nella ricerca del miglior posa-mestoli...

Certo, una caratteristica molto forte (e vincente) dei prodotti di questa azienda è l'ottimizzazione dimensionale degli stessi nel momento in cui vanno riposti nelle sempre più ridotte cucine contemporanee, ma a dire il vero in ognuno trovo anche molti altri aspetti funzionali, che con soluzioni semplicissime risolvono problemi preistorici.., come il tagliere che si piega evitando che il cibo affettato si versi fuori dalla pentola, o il cestello per la cottura delle verdure che grazie alle sue "squame" si adatta a recipienti di vario diametro, o ancora lo stampo per i cubetti di ghiaccio che non si spezzano più nel piegare il contenitore, eccetera eccetera..


Alessi, stra-pagando un'icona come Philippe Starck, ha puntato forse eccessivamente sul formalismo? Sicuramente le linee lanciate da una quindicina di anni a questa parte hanno fatto molto bene all'impolverato design italiano, ma non sono forse le innovazioni come quelle dei giovani fondatori della Joseph Joseph (che comunque non snobbano affatto lo studio accurato delle geometrie, dei colori e dei materiali) a rendere più "funzionale" il nostro attuale modo di vivere la casa?

 

lunedì 7 settembre 2015

La sicurezza "dopo" tutto..


Il cantiere della Garderie Unautremonde di Dakar prosegue rapidamente...
Per fortuna (o purtroppo?) ho ricevuto il solo incarico di Progettazione senza quello di Coordinatore per la Sicurezza che qui in Italia svolgo in maniera pressochè parallela...
Gli operai senegalesi non devono sottostare ad alcuna legge in materia, che tutelerebbe la loro salute tanto quanto la mia ormai cronica apprensione..
Il motivo? probabilmente la vita di un operaio senegalese conta infinitamente meno della necessità del Paese di produrre, progredire e protendere velocemente verso una "modernità" occidentale di quell'Europa che poi gli stessi operai, pagando uno scafista con anni interi di quel misero guadagno, cercano di raggiungere via mare sognando una ben altra vita.

domenica 27 aprile 2014

Visita al complesso residenziale Monte Amiata - 26 aprile 2014

Il primo impatto può risultare non buono: a causarlo forse la proporzione "a stecca", o l'accostamento del laterizio al serramento rosso, o ancora la ripetizione orizzontale di segmenti simmetrici di macrounità abitative.
Nell'avvicinarsi si scoprono poi molteplici soluzioni ben riuscite e di evidente interesse: il trattamento vetrato delle unità duplex, l'elemento rampa che infilza il fabbricato, i portali di facciata a tripla altezza, la formazione delle piazze interne senza necessariamente delimitarle su tutti i lati, i setti strutturali particolarmante snelli, il confrontarsi delle superfici dai tre colori primari, il disegno delle ombre su tutte le facciate interne ed esterne senza discriminazioni.
Il vero peccato credo sia stato privatizzare eccessivamente gli spazi comuni del complesso: renderlo più permeabile alla città avrebbe offerto una più ricca valorizzazione delle funzioni alla base e delle piazze, che ovviamente appaiono deserte e ammirate solo dalle finestre dei fortunati abitanti di Monte Amiata.